Un secolo e mezzo prima del viaggio di Cristoforo Colombo, in Italia si conosceva già l’esistenza dell’America. L’appassionante racconto del ritrovamento di un manoscritto perduto che racconta una storia taciuta.
Il sapore di questo testo è quello di letteratura complottista. Vista la fortuna che questi movimenti di malinformazione dettata da paranoia riscuotono negli anni venti del XXI secolo, non ci sarebbe da stupirsi.
Al contrario, questo breve racconto ci tramanda la narrazione della riscoperta di un manoscritto sottovalutato, talvolta smarrito tra le collezioni private di facoltosi stranieri. Lo fa con una prosa coinvolgente, adatta a tutti.
L’autore, Paolo Chiesa, è Professore Ordinario presso l’Università Statale di Milano.
La narrazione non tratta esclusivamente della storia della riscoperta dell’America, sarebbe troppo limitato e forse a tratti noioso. Per approfondire quell’argomento, ho tratto una scheda dedicata. Al contrario, il lettore viene introdotto all’Africa, alle storie di vari esploratori Europei e non, e alla conoscenza che l’uomo comune poteva avere nel Basso Medioevo.
In maniera cautelativa, il lettore viene messo di fronte all’evidenza che la storia è scritta e tramandata da chi ne ha il potere e l’interesse. Senza fare anticipazioni, ne consiglio vivamente la lettura. Specie in questi anni di riscrittura storica, di movimenti contro la figura di Cristoforo Colombo e, in generale, di cancel culture, il testo arricchisce e fornisce una prospettiva nuova sulle vicende contemporanee.
Informazioni
titolo | Marckalada, quando l'America aveva un altro nome |
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autore | Paolo Chiesa |
edizioni | GLF Editori Laterza |
anno | 2023 |
pagine | 160 |
costo | 16€ (brossura) |
ISBN | 978-88-581-5023-8 |