1496 Appunti di storia (vivente)

La Via Porticata Mercatorum di Averara (BG)

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Con la Compagnia d’Arme del Carro mi sono trovato a filmare alcune scene per la promozione del territorio di Averara (BG), nella preziosissima Via Porticata di Averara.

Nel profondo della Val Brembana si annida il Comune di Averara, censito ad oggi di 173 abitanti1. Come tanti gioielli delle valli bergamasche, questo Comune non fa difetto e preserva la splendida Via Porticata, detta anche Via Mercatorum, cioè dei mercanti.

La Via si presenta come un camminamento porticato dal soffitto a cassettoni, probabilmente un misto di rifacimenti di varie epoche. Il camminamento sorge a pochi metri al di sopra del moderno manto stradale e affaccia sulla vallata antistante. Dall’altro lato, chi percorre la via è accompagnato da numerose porte e portoni che danno ingresso alle abitazioni costruite al di sopra della Via stessa.

L’orografia del luogo è tale da posizionare Averara in un punto di vantaggio commerciale. La Via è stata sino alla metà del XVI secolo il principale snodo commerciale verso la Valtellina, ed Averara sede di una dogana23.

La porzione di Via Mercatorum preservata nel porticato di Averara fu sede del Vicario Veneto e delle altre eminenze del paese4.

La Via è solamente una delle bellezze tardo-Medievali e Rinascimentali del Comune di Averara, e tuttavia ho solo avuto il tempo di fare qualche rilievo su questo monumento. Di seguito presento una testimonianza fotografica commentata delle decorazioni pittoriche sopravvissute nella Via.

Sant’Antonio Abate

La Via Porticata presenta molti affreschi di varie epoche. Mi è stato difficile trovare letteratura specifica in merito.

La figura di Sant’Antonio Abate è l’unica figura religiosa (fatta eccezione per il pregiato, ma ben più moderno, affresco della deposizione del Cristo) inserita tra una serie di stemmi nobiliari e diverse decorazioni floreali in stili misti.

Sant’Antonio Abate fu un eremita egiziano del III secolo, tradizionalmente associato come Patrono degli Animali e fortemente legato al mondo contadino. Il 17 gennaio viene celebrato con fuochi o falò in memoria della leggenda del maiale.

Questa leggenda racconta di come il Santo sia disceso negli inferi per salvare alcune anime e, per distrarre il maligno, mandò un maiale con una campana legata al collo. Nell’impresa, il Santo rubò il fuoco infernale e lo donò agli uomini in terra.

Viene spesso raffigurato come un anziano pastore, e questo affresco non fa eccezione, con l’alto bastone. Consuetudine nel XV secolo italiano era di ritrarre il santo con una campana, come ad esempio nella Madonna tra i santi Antonio Abate e Giorgio, di Pisanello (1445). In questa rappresentazione leggiamo altri simboli tradizionalmente associati alla figura del Santo: il tau (τ) sull’apice del bastone, gli abiti da abate, l’Aureola. Altri dettagli sicuramente presenti sullo sfondo sono difficilmente leggibili.

Gli stemmi nobiliari

Gli stemmi si presentano in due stili distinti, non sono in grado di associarli ad un’epoca precisa senza il supporto di letteratura specializzata.

Nel primo archetipo, un cerchio grigio annotato con un motto fa da cornice ad uno scudo barocco recante l’arme. Ho potuto osservare otto esempi di questo archetipo; notevole è la ricchezza associata allo stemma cittadino, che riporta uno scudo più ricco ed elaborato.

Nel secondo archetipo, lo stemma è dipinto su uno scudo a testa di cavallo sorretto da due putti alati, il tutto incorniciato da un motivo geometrico tondo rosso e bianco ed inserito in una striscia di fogliame decorativo. Di questo archetipo ho osservato due esempi sopravvissuti, identici. Facente parte della medesima striscia di fogliame, una radia con l’insegna IHS.

I due archetipi sono collocati ai due estremi della via, ben separati spazialmente tra loro. Mi fa pensare a due decorazioni di epoche differenti sopravvissute in sezioni differenti della Via.

Stemmi del primo archetipo

Leggendo il cartiglio di uno di questi stemmi, vi trovo una data: DIE XVII (giorno 17), Agosto, MDLXV (1565). Assumo questa sia la data di dedica della nuova decorazione, che collocherebbe gli affreschi nella metà del XVI secolo. In questo gruppo possiamo riconoscere:

  1. Arme dei Guarinoni: di rosso, castello turrito e merlato bianco, con due getti d’acqua, o fontane, laterali rispetto al portone centrale giallo5. Questa simbologia ricorre 4 volte nella Via Porticata, in questo archetipo, nei due esempi del secondo archetipo, e in un bassorilievo in pietra (vedi dopo). Lo scudo qui è molto più ricco degli altri esempi, presenta perfino una testa di giovane al capo superiore. Il carteggio che lo circonda recita: ROTA SIE L’ALTA COLLONA – IL VERDE LAVRO – CHE FACEVA OMBRA AL MIO STANCHO PENSIERO; e più sotto DIE XVII AUGUSTI ARMA DE GUARINONIBUS MDLXV. A Giovan Battista Guarinoni è attribuita la parternità degli affreschi.
  2. Arme dei Baschenis: di rosso, a due clave al naturale passate in croce di S. Andrea, incatenate nell’impugnatura di una catena d’oro, sormontate da una stella d’oro6. Una simbologia inusuale rispetto ad altri esempi che sono riuscito a trovare. La famiglia Baschenis ha prodotto numerosi artisti a partire dalla metà del XV secolo, nonché gli ultimi primi cittadini del Comune di Averara dei giorni nostri. Il cartiglio recita BACVLVM AGITANT.
  3. Arme dei Bottagisi: d’argento, botte da vino color nocciola sovrastata da un giglio giallo7. Casa Bottagisi è un immobile datato nel XV o XVI secolo e indicato come possibile sede della Dogana.
  4. Arme di famiglia ignota: di rosso e franco quartiere superiore d’argento, un braccio grigio impugna un giglio bianco8. Il cartiglio recita TELINA CONNECTUNTUR CHARITATE ET HOC EST PARIENT INSIGNE.
  5. Arme dei Mazzoleni: d’argento spartito di rosso inferiormente, un braccio armato regge una mazza grigia; due gigli rossi nel campo d’argento9. Il cartiglio, parzialmente illeggibile, recita MAZOLENIS : ISTORIA VIRILITATIS.
  6. Arme di Averara (comunità): d’azzurro, un castello turrito d’argento traversato da una freccia nera10. Il cartiglio recita TURRI FIDEM SAGITTASS AMOREM, DECLARAT AVERARIAE NOMEN. A poca distanza dalla Via sorgono i resti di una torre di guardia a pianta quadrata.
  7. Arme dei Migazi: d’argento, con due uccelli grigi ai lati di un pino verde, tutti che poggiano su un prato verde, al capo dell’Impero11. Il cartiglio recita SILENTIUM RATIONEM NON REDDIT ARMA DE MAGATIIS.
  8. Arme dei Sonzogni: di rosso, al cane rampante d’argento con collare che regge un giglio anch’esso d’argento12. Il cartiglio, parzialmente illeggibile, recita DEO PARENTIBUS ET MAGISTRIS … VIVALENS (?) REDDI NO POTEST ARMA DE SUNZONIO.

Stemmi del secondo archetipo

Le decorazioni del secondo archetipo sono fatte risalire allo stesso periodo delle prime dal Catalogo Generale dei Beni Culturali, sebbene si presuma possano essere state eseguite da un collaboratore13. Non sono personalmente convinto di questa teoria, ma nemmeno in possesso di forti evidenze del contario.

In questo ciclo conto 4 elementi interessanti:

  1. due raffigurazioni dell’Arme dei Guarinoni, probabili committenti e forse proprietari dell’immobile, comunque famiglia di spicco. Questa volta l’arme è dipinta su uno scudo a testa di cavallo sorretto da due putti alati (in entrambi gli esempi)
  2. fregio della radia con IHS.

Bassorilievo dell’Arme dei Guarinoni

L’arme dei Guarinoni si presenta anche in un bassorilievo di pietra di forma geometrica quasi pentagonale, incastonato in alto quasi all’inizio della Via.


  1. Wikipedia, 26 gennaio 2025, https://it.wikipedia.org/wiki/Averara 

  2. Wikipedia, 26 gennaio 2025, https://it.wikipedia.org/wiki/Averara 

  3. https://www.leterredeibaschenis.it/tema/strade-storiche-la-via-mercatorum/ 

  4. https://www.leterredeibaschenis.it/tema/la-via-porticata-di-averara/ 

  5. https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300067866 

  6. https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300067872 

  7. https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300067865 

  8. https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300067870 

  9. https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300067871 

  10. https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300067869 

  11. https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300067868, credo ci sia un errore nella didascalia del registro, giacché il cartiglio è parlante. 

  12. https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300067867 

  13. https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300067861-0 

Riguardo l'autore

Gabriele Omodeo Vanone

Software Engineer prestato alla ricostruzione e alla ricerca storica. Appassionato di XV secolo milanese, fondatore di 1496, membro della Compagnia d'arme del Carro di Solza

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