Un breve brano composto da M. Paolo Giovio il giovane a coronamento del paragrafo riguardante Ludovico Maria Sforza in Biografie dei Condottieri, testo conservato presso la Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco di Milano.
Quanta sia la ruinad’una altissima torre,la quale al ciel poggiando s’avvicinase’l folgor, che Vulcano a Giove affinala viene in terra a porre:Così spesso coloroch’ambizione ingordad’acquistar regno ha coronati d’orocaggion senza speranz di ristoro,che’l ciel di lor si scorda.Che ti giovò il consiglio?Che ti valser gl’inganni,ond’eri armato contra ogni periglio?Felice se facevi il suol vermiglioessendo fuori d’affani.Che non saresti mortomisero in tal duoloquando privo d’imperio e di confortoprigion morissi in Francia, havendo a tortovoluto regnar solo.Tu com’empio nemicoet non come tutoretogliesti a tuo nipote il regno anticocredendo sempre d’aver il cielo amicoche punì tanto errore.