1496 Appunti di storia (vivente)

Misurare a Milano

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In questo articolo mi occupo di ricostruire l’evoluzione dell’uso delle unità di misura nella città di Milano. Osservando i testi medievali ed altri più moderni, prima dell’introduzione del Sistema Internazionale, ciascuna grande città possedeva una sua peculiare costellazione di unità con le quali stimare l’ammontare di una certa quantità.

Dalle tavole di ragguaglio si evincono le seguenti equivalenze. Queste risalgono alle unità di misura come in uso nell’ottobre 1803 e, per quanto rappresentino un ottimo punto di partenza, sono ben lontane dal portarci vicino al valore delle unità di misura nel XV secolo.

1 braccio = 12 once = 0.595 m
1 trabucco = 6 piedi = 2.611 m
1 pertica = 24 tavole = 654,5 m²
1 moggio = 8 staia = 146.2 l
1 brenta = 96 boccali = 75.6 l
1 libbra grossa = 28 once = 0.763 kg
1 libbra piccola = 12 once = 0.326 kg

A tal proposito, in una ricerca pubblicata dalla Companie de Saynt George[note]AA.VV. 2003. Dragon 12. A cura della Companie de Saynt George[/note] si fa riferimento a due misure, e cioè al braccio milanese e alla libbra (piccola) milanese, con riferimento al XV secolo.

Assumendo che il valore di una unità non cambi nel tempo (assunzione molto forte, e da dimostrare), quello che si farà ora è collegare i puntini a ritroso, ritrovando le varie misure nominate in documenti sempre meno giovani: questo viene fatto in tabella 1.

Unità di misura della città di Milano

prima metà XV secoloseconda metà XV secolo1803
braccio
oncia
trabucco
piede
pertica
tavola
moggio
staia
brenta
boccale
peso
libbra grossa
libbra piccola
carro
stara
gavetta
Apparizione delle unità di misura in documenti di diverse età. L'anno 1803 si riferisce alle tavole di ragguaglio, utilizzate in Italia per trasportare le unità locali in unità del Sistema Internazionale. Le libbre nominate sono unità di misura di peso, non di valuta (questa ricerca non riguarda le misure economiche).

Alcune unità di misura sono di difficile interpretazione. Il carro, viene nominato, ad esempio, nei carteggi relativi al Castello di Santa Croce di Cremona riguardo della legna da ardere[note]15 Aprile 1451, Milano, Registri delle Missive, 4, c.139[/note]. Negli inventari della munizione del Castello di Cremona del 1442 si legge però, anche, di “vastrelli cinque da vino de tenuta de un carro per uno”. Più avanti, “Vastrelli, overo bucti de vino grandi et picholi in somma 38, de caputa et tenuta computato uno coll’altro carra sectantatre et stara nove”. Qui si introduce la stara (forse anche tradotta come staia), unità di peso, sottomultiplo del carro. Nella tabella si mantengono separate le stare e le staie fino a che non si avranno collegate le due tramite documenti, poiché il carro non è chiaro se sia una unità di peso o di volume, nel secondo caso diventando quindi moggio come nelle tavole di ragguaglio.

Le libbre sono di due varietà differenti, con tutta probabilità poiché si applicano a diversi generi da misurare. Per questo motivo, quando si trovano indicate le libbre nei documenti del XV secolo non è del tutto chiaro a quale varietà moderna ci si debba riferire. Nella tabella si è segnata la presenza della libbra nei documenti antichi senza tenere conto delle due varietà, quando la differenza non è chiaramente espressa.

La gavetta compare negli inventari della munizione del Castello di Cremona del 1442:

Item gavecte 434 de fillo per far corde de balestra

Il pesopiso è una misura del peso e compare anch’esso negli stessi inventari della munizione del Castello di Cremona del 1442:

Item tre roduli de corde et capizi dui de peso pisi tredici et mezo
Item capizi quactro de corde de peso persi tre et libre cinque

Il peso sembra essere più grande della libbra. Più avanti, nello stesso documento, si legge “pesi cinque et libre vinti”.

Riguardo l'autore

Gabriele Omodeo Vanone

Software Engineer prestato alla ricostruzione e alla ricerca storica. Appassionato di XV secolo milanese, fondatore di 1496, membro della Compagnia d'arme del Carro di Solza

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