Senza forse pensarci troppo, mi sono ritrovato di nuovo, a distanza di due anni, nella Sala delle Asse del Castello Sforzesco, a Milano. Nel frattempo sono successe molte cose e credo sia necessario fermarsi un minuto a riflettere e pianificare i prossimi passi: lo farò in queste righe.
Mi è già capitato di fermare tutti i lavori, staccare completamente per lasciare riposare i pensieri e riprendere poi con un nuovo punto di vista e le idee molto più chiare. Credo sia stata un’esperienza positiva, da ripetere.
Rileggendo i miei appunti qui, mi accorgo del miglioramento che ho avuto col tempo, e del molto lavoro che ancora va svolto. Su tante cose vorrei spendere qualche parola; ad esempio, sulla mia irrefrenabile irruenza. Ho lasciato troppe volte la penna libera di scrivere senza censura, producendo quella che ora definirei vera e propria spazzatura. Se, di certo, questo è stato un passo necessario, per me, per imparare a fare di meglio, ritengo non sia stato di aiuto né alla mia attività nella ricostruzione, né per i miei sforzi di attirare lettori stabili e creare una comunità con la quale confrontarsi.
Ecco, la necessità di creare una comunità con la quale confrontarsi è un bisogno primario per 1496, così come è di primaria importanza migliorare i contenuti offerti finora. Per diminuire la spazzatura, invece, sto riprendendo in mano ogni singola pagina, rivedendola con gli occhi del revisore che non sono mai stato: prometto che il risultato sarà apprezzabile.
C’è bisogno di più cura nelle cose, soprattutto nella ricostruzione del XV secolo. Il periodo è infelice: i musei, generalmente, non offrono molto materiale; le pubblicazioni sono rare; il materiale visto agli eventi è spesso di provenienza trans-alpina, quindi non adeguato; la lista potrebbe andare avanti, ma già così il quadro è buono. Per questa ragione, i prossimi lavori (e c’è molto in cantiere) saranno più rigorosi, con una ricerca più sistematica di documenti. In aggiunta, tutti i vecchi lavori sono in revisione, come già detto.
Poi una risistemata alla presentazione dei contenuti, che male non può fare.
Ma poi, la Sala delle Asse? Due anni fa era completamente chiusa per restauri. Oggi le impalcature sono ancora al loro posto, su due delle quattro pareti (vedi figura 1). Le assi di legno che stavano in fascia sulle pareti (di installazione moderna) sono state rimosse e due monitor con touch screen consentono di navigare l’intero affresco in alta definizione. Sembra che manchi ancora molto al completamento, i progressi si possono seguire sul sito dei restauri 1. Nel frattempo, altri lavori di conservazione sono in esecuzione, soprattutto pulizia dei marmi e l’uscita dall’armeria è stata chiusa. Il clima generale è molto piacevole: passeggiando si hanno le narici piene di un buon odore di “rinnovazione”. Finalmente!
Vedi anche:
- Sala delle Asse, il sito ufficiale del restauro.
- Luca Beltrami e il restauro del Castello Sforzesco di Milano.
nota dei restauri sul sito ufficiale del Castello Sforzesco. ↩