1496 Appunti di storia (vivente)

La Sala delle Assi e 10 anni di questo

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Da hobby di nicchia a comunità internazionale multimediale: vi racconto la ricostruzione storica in dieci anni per come l’ho vissuta.

Nel Dicembre 2023 si spengono candeline sulla torta di 1496.

Quando ho cominciato a usare i blog, poco meno di venti anni fa, internet era minuscolo. Nel 2006, internet era giovane allora, il fisico Russel Seitz provava a misurarne la dimensione contando il numero di elettroni che componevano la somma stimata di tutte le informazioni allora trasferite “in rete”. Una impresa da vero accademico.

Se nel 2006 scherzavamo sul fatto che l’internet fosse una grossa fragola1, sappiamo che nel 2016 il totale di informazioni pubblicate in internet supera per la prima volta lo zettabyte, traghettando l’umanità nell’era degli Zettabyte2.

Ti aiuto a visualizzare la scala di questo numero: immagina un computer moderno con un disco fisso da un terabyte, si parlerebbe di un miliardo di computer del genere, interamente dedicati solo a contenere tutte le informazioni della rete. Questo per un solo zettabyte.

Studiando quanto ci è arrivato dal passato, escludendo le ovvie copie di novelle e testi sacri, è interessante vedere come gli stessi libri mastri e i registri vengano trovati in più copie. La ridondanza di informazione l’ha resa più resistente al passare del tempo, o accessibile a un numero più ampio di fruitori. Per contrasto, grazie alle tecnologie contemporanee, la fruibilità dei contenuti e la permanenza temporale degli stessi sono non-problemi; la capacità di reperire le giuste informazioni e di organizzarle al contrario è un problema crescente e forse sottovalutato.

Per questo motivo questo taccuino degli appunti digitale diventa uno strumento che mi permette di andare indietro nel tempo e ricordare quello che ho già ricercato. Costringermi a usare riferimenti bibliografici precisi mi aiuta a rivedere le fonti quando ho problemi. Buone pratiche nel settore, che pesano sul tempo dedicato alla ricerca, ma la rendono incredibilmente potente.

Per lo stesso motivo, quest’anno sono in programma dei miglioramenti al software gestionale di questo taccuino, per permettere la condivisione e la ricerca più semplici.

In dieci anni, internet ha dato un’enorme slancio alla comunità di ricostruzione storica. Io, come molti altri, abbiamo cominciato ad avvicinarci alla storia del medioevo e rinascimento coi palii di paese, da figuranti. Allora il social media era il passaparola di amici che ti coinvolgevano annualmente nel carrozzone. Qualcuno, pian piano, si appassionava e cominciava a studiare, a provare a fare di meglio.

Ma allora non c’erano comunità internazionali o forum di discussione. Potevi andare a quelle poche fiere, se eri fortunato a vivere in una città con agganci alle compagnie grandi, viaggianti, forse potevi trovare un nome, un evento, un numero di telefono.

Oggi i social media digitali traboccano di entusiasti rievocatori e ricostruttori, tutti dediti a condividere le loro esperienze, immagini, conoscenze. Oggi la comunità è diventata al tempo stesso più vicina e più grande.

L’edizione 2023 de La Sala delle Assi e… mi ha visto assente dalla sala stessa. Non sono riuscito a visitarla nemmeno una volta. Ma, al contrario, ho potuto partecipare a molti eventi, alcuni internazionali, e nel complesso mi ritengo soddisfatto del risultato finale.

Prima di chiudere con un cameo sul tema microstoria, tema che ho toccato in una conferenza tenutasi al Castello Colleoni di Solza in collaborazione con l’associazione culturale Compagnia d’Arme del Carro, i buoni propositi per l’anno nuovo sono due:

  • bandire il contenuto autogenerato da questo taccuino, per ridurre il rumore digitale e non ricorrere fama inutilmente;
  • utilizzare uno stile narrativo più semplice e vicino al principio dell’osservazione scientifica, inteso come riportare fatti per come sono stati osservati. Solo in seguito formulare ipotesi e provare a verificarle sulla base di esperimenti.

La Microstoria

La definizione formale di ricostruzione storica è ancora un tema aperto. Forse quest’anno mi riuscirà possibile tornare sull’argomento. Ciononostante, un aspetto fondamentale della ricostruzione è la sua stretta connessione con il fenomeno della microstoria.

La microstoria è una corrente storiografica tipicamente italiana, nata negli anni Settanta del XX secolo, che si concentra sullo studio delle peculiarità regionali, culturali, temporali generalmente ignorate dalla grande narrazione storica3. In altre parole, lo studio quasi monografico di episodi, culture, persone particolari, il cui contributo alla macrostoria viene solo marginalmente ricordato nei testi di scuola.

Chi pratica ricostruzione storica spesso si focalizza sulla restrizione dello scopo temporale, culturale, tecnologico della sua ricerca, per andare a ricostruire un kit particolarmente rappresentativo di una figura ben specifica. Chi frequenta l’ambiente ha presente ciò di cui parlo; per fare un esempio a chi non è “del mestiere”, non è sufficiente dire di voler rievocare il medioevo: bisogna scegliere quale secolo del medioevo, e spesso si vuole limitare la ricostruzione a un periodo più breve, diciamo 50 anni. Poi si vuole limitare la figura da rievocare: non solo voglio essere un fante, ma di quella compagnia specifica e magari di quando il suo condottiere batteva una lealtà specifica. E questo mi impedirà di utilizzare determinati colori, foggie degli abiti, foggie degli utensili, tagli di capelli e barba per gli uomini, e via dicendo, sempre più nel dettaglio.

Il rischio è di eccedere nel rappresentare il particolare, perdendo di vista le correnti macroscopiche4.


  1. https://adamant.typepad.com/seitz/2006/10/weighing_the_we.html 

  2. https://en.wikipedia.org/wiki/Zettabyte_Era 

  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Microstoria 

  4. Gregory, B. S. (1999). Is Small Beautiful? Microhistory and the History of Everyday Life [Review of The History of Everyday Life. Reconstructing Historical Experiences and Ways of Life; Jeux D’Échelles. La Micro-Analyse à L’Expérience., by A. Lüdtke, W. Templer, & J. Revel]. History and Theory38(1), 100–110. http://www.jstor.org/stable/2505319 

Riguardo l'autore

Gabriele Omodeo Vanone

Software Engineer prestato alla ricostruzione e alla ricerca storica. Appassionato di XV secolo milanese, fondatore di 1496, membro della Compagnia d'arme del Carro di Solza

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1496 è un taccuino di appunti sulla storia e sulle potenzialità della ricostruzione storica e sul XV secolo italiano.
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