1496 Appunti di storia (vivente)

Un canto goliardo

U
Riporto per i lettori e per i rievocatori più interessati un testo databile intorno al XIII secolo, anonimo, un estratto da “Confessione di Golia” tradotto da Corrado Corradino, medievalista del secolo passato.

Son materia, son cenere
composta d’elementi
vili, son come foglia
con cui giocano i venti.

Qual nave che nel pelago
non ha nocchiero, o quale
augel che via per l’aria
batte smarrito l’ale,
io non son stretto a vincoli
né a luogo alcun mi lego

mi struggon delle vergini
le grazie ed il candore
se non posso con l’opera
le stupro almen col cuore.

Il gioco accuso in seguito;
ah i casi non son radi
in cui m’avvien di perdere
anche le vesti ai dadi!
Ma se pel freddo ho i brividi,
nell’imo petto ho ardori,
è allora che mi sgorgano
dal cor gl’inni migliori.

È mio saldo propostito
morir dal taverniere:
chi quivi muore ha prossimo
alle labbra il bicchiere,
e ode i cori degli angeli
che pregano: – Sigore
deh accogli nell’Empireo
questo buon bevitore!

Cerco il piacer fra gli uomini
e non oltre le stelle,
non curo affatto l’anima
ma curo assai la pelle.

È cosa assai difficile
superar la natura
e dinanzi a una vergine
serbar la mente pura.

Ahimè, non può chi è giovane
domar la tentazione
e trascurar dei fervidi
sensi l’acuto sprone.

 


Vedi anche:

  • I canti dei Goliardi o Studenti vaganti del Medioevo, Mondadori, Milano 1928.
  • Corrado Corradino, La confessione di Golia
  • Carmina Burana

Riguardo l'autore

Gabriele Omodeo Vanone

Software Engineer prestato alla ricostruzione e alla ricerca storica. Appassionato di XV secolo milanese, fondatore di 1496, membro della Compagnia d'arme del Carro di Solza

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1496 è un taccuino di appunti sulla storia e sulle potenzialità della ricostruzione storica e sul XV secolo italiano.
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