Domenica, tarda sera. Cammino per le strade quiete di un paese che anela l’oblio, quando passo sotto il grande arco d’ingresso solo uno stuolo di piccioni mi saluta frusciando. Uno di loro, morto, giace in fronte a me, il suo sangue sull’asfalto. In questa visione dai toni scuri, l’ambientazione è data da Collobiano (un nome, manco farlo apposta, che coi piccioni ha tutto da spartire), infinitesimo paese del vercellese, di 100 anime.
(altro…)Il castello di Collobiano
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